Per spezzare la monotonia delle poinsettie, con la relativa campagna vendite che si appresta a concludersi, questa settimana si passerà a una varietà che in moltissimi territori d’Italia, specie in Sardegna, rappresenta il simbolo di una tradizione non solo vivaistica ma anche enogastronomica, essendo un’aroma protagonista di moltissime ricette: si tratta del mirto. La pianta si presta quindi, a diventare una pianta della tradizione popolare, protagonista delle festività in corso.
Il mirto appartiene alla famiglia delle Mirtacee ed è originario di tutti i paesi che affacciano al Mediterraneo. Si tratta di una pianta che grazie alla sua versatilità può essere adoperata per scopi multipli: come siepe, come pianta aromatica, ma anche come semplice decorativa.
Il mirto presenta un portamento cespuglioso ordinato, composto da fogliame fitto di forma ovale, verde intenso e aromatico. La pianta può anche raggiungere i tre metri di altezza. Le infiorescenze, sebbene piccole sono piuttosto sceniche, bianche con interno oro, profumate, fanno la loro comparsa dalla primavera sino all’autunno inoltrato. A queste seguono i frutti, delle bacche scure commestibili, dalle quali si produce l’omonimo liquore.
Per ottenere il massimo da questa pianta è necessario seguire alcune indicazioni colturali. L’esposizione ideale del mirto deve essere soleggiata e va protetto in caso di gelate, perché non tollera temperature troppo basse. Va irrigato con regolarità ma sempre prestando attenzione ai ristagni idrici. La concimazione, quando necessaria, andrà somministrata in autunno. Il terreno ideale deve essere ben drenato.