Quando si pensa alla lavanda genericamente la si associa alla varietà angustifolia originaria dei paesi che affacciano al Mediterraneo, fonte del celebre aroma, ingrediente irrinunciabile della storia del profumo antico e contemporaneo. Il nome “lavanda” deriva dal fatto che la pianta veniva immersa nell’acqua che serviva per lavare i panni e per l’igiene personale.
Una pianta di lavandula angustifolia da sola è in grado di conquistare lo spazio, arredarlo e riempirlo di fogliame e steli, con le sue pannocchie carica di inconfondibili infiorescenze viola-lilla carico. Il fogliame è argenteo, anch’esso aromatico, di forma stretta. Le spighe cominciano a fare la loro comparsa a maggio e perdurano a lungo, anche oltre il periodo estivo. Si tratta di una pianta anche facile da coltivare. Predilige climi secchi ed esposizioni calde, ma tollera bene anche il fresco. Nei climi troppo rigidi è consigliabile comunque, riparare la pianta. Non va irrigata troppo e bisogna attendere che il terreno asciughi bene prima di irrigare nuovamente. Non richiede alcuna concimazione se ben coltivata. Il terreno ideale deve essere ben drenato.