Quest’anno i ciclamini non si sono fatti attendere troppo e hanno fatto il loro ingresso in disponibilità in una veste di tutto rispetto: il vaso in terracotta. Questo materiale poroso, assolutamente non una novità sul mercato floricolo ovviamente, è stato scelto per coprire una selezione della produzione, per un ritorno alle origini della vaseria, dal momento che questo materiale a dispetto della plastica preserva e prolunga la fioritura mantenendo in ottimo stato i rizomi. Fra i mille benefici che la terracotta ha da offrire rispetto alla plastica c’è anche il non sottovalutabile risultato estetico che è di netto impatto e in più permette una conservazione praticamente ottimale dei bulbi anche in estate.
Tuttavia, il ciclamino in questione, ha bisogno sempre di qualche attenzione colturale per resistere bene alla stagione fredda. Questa pianta antica originaria dell’Europa o dei paesi orientali come nel caso della varietà più diffusa in commercio, il persicum, appartiene alla famiglia delle Primulaceae ed era nota già ai Greci. Il nome deriva appunto dal termine greco “kuklos” che significa circolare, probabilmente dovuto alla forma dei bulbi. In Italia alcune varietà di ciclamino sono rinvenibili anche allo stato spontaneo. La pianta è una tuberosa per l’appunto e presenta un fogliame di forma cuoriforme, di colore verde scuro screziato, mentre i fiori che sono sorretti da un lungo stelo hanno la particolarità di avere i petali rivolti verso l’alto. I fiori sono disponibili in svariate colorazioni. La pianta richiede un’esposizione ombreggiata, sicuramente al riparo dal caldo e dalla luce del sole. L’irrigazione deve essere moderata, sebbene regolare. Si concima dall’autunno inoltrato fino a marzo. I bulbi possono essere messi a dimora in un luogo ombreggiato dopo l’esaurimento della fioritura. Richiedono un terreno ricco e ben drenato. Le varietà coltivate da Auricchio & Sons tuttavia sono l’Halios il Mammoth più grandi e resistenti.