L’autunno ha portato con sé una delle primizie più richieste di tutto l’anno: i ciclamini. Coltivarli non è sempre semplice, ma scegliendo una pianta di qualità, ben accestita e in pieno vigore, non risulterà affatto difficile.

Il ciclamino appartiene alla famiglia delle Primulaceae ed è originaria di molte zone dell’Europa e dell’Asia. Esistono numerose varietà in commercio sebbene la più diffusa sia quella del persicum. All’interno della disponibilità Auricchio è presente anche la nuova varietà INDIACA che presenta una colorazione sfumata da una base chiara, quasi bianca, sino a un rosa. Si tratta di una pianta dalle origini piuttosto antiche, già nota ai Greci e ai Romani, ma la sua introduzione avviene nel sedicesimo secolo. Il termine ciclamino deriva dal termine greco “kuklos” e si riferisce alla forma tondeggiante del suo bulbo. Ancora oggi resta una pianta molto interessante per i coltivatori di tutto il mondo, che sono sempre alla ricerca della forma più appetibile dal mercato. A livello botanico si tratta di una bulbosa. Gli steli nascono da una radice bulbosa, tondeggiante, nera. Il suo fogliame è cuoriforme di colore verde, striato di bianco. Il fiore invece, sbuca dall’apice dei rami esili e lunghi ed è formato da cinque petali che sono spesso oggetto di ricerca da parte dei coltivatori; possono essere disponibili in numerose forme e colori. Ai fiori seguono i frutti al cui interno si trovano i semi piuttosto numerosi.

La pianta richiede esposizioni di ombra o di semi ombra. Il ciclamino va irrigato il tanto che basta a tenere il terreno umido e prestando attenzione ai ristagni. Durante la fioritura si può concimare la pianta con un prodotto liquido da diluire in acqua di irrigazione, una volta al mese. Il terreno ideale deve avere una buona dose di sabbia e in generale favorire il drenaggio in quanto la pianta è molto sensibile ai ristagni.

Il ciclamino sin dall’antichità viene considerato come una pianta amuleto da regalare come simbolo di buon auspicio. Per la sua particolare forma, ricorda l’organo di riproduzione femminile ed è pertanto adoperato anche con il significato di fertilità. Tuttavia, fra i tantissimi significati attribuiti alla pianta c’è anche quello di diffidenza, dovuto al veleno che in piccola parte è contenuto all’interno del bulbo.