Nelle recenti conferenze sul clima è stato posto l’accento su una necessità in particolare: abbassare la temperatura globale. Una condizione sine qua non per permettere la vita sulla terra. I governi chiaramente si occuperanno di quanto attiene grosse dinamiche economiche ed energetiche, mentre al privato spettano una serie di abitudini da rimuovere o da migliorare. Come quella del giardinaggio.

Distruggere il concetto di “pianta costosa”

È necessario fare una premessa. Che una pianta costi non è sempre sinonimo di qualità. Spesso si tratta di piante rare o esotiche. Non è questo il caso. Per pianta costosa in questo caso si intende una pianta che ha un costo seppur di poco maggiore rispetto a quelle di minore qualità visibile (foglie appassite, troppo bocciolate, parti secche evidenti). Cosa accade infatti quando arriva in giardino una pianta che non è visibilmente in salute? Anzitutto può essere motivo di malattie fungine contagiabili, non favorisce un buon ecosistema di insetti e in più qualora dovesse marcire, rappresenterebbe solo l’ennesimo scarto. Meglio a questo punto avere una pianta che sia “bella” in tutto, non solo nell’estetica ma anche nel vigore.

L’obiettivo deve essere: zero cure.

Una pianta che non richiede molte cure non è solo una pianta succulenta o un cactus. Se una pianta lascia l’azienda in ottimo stato, sarà una pianta meno impattante a livello di risorse idriche e concimazioni. Basterà somministrare acqua quanto basta e sole ove il clima lo consente. Sicuramente garantirà salute e bellezza a lunga durata.

Scegliere il locale

La produzione locale e le piante di stagione vanno preferite perché non producono alterazioni e introduzione di patogeni sconosciuti. Pertanto è sempre bene rivolgersi a rivenditori esperti che curano ogni fase della produzione di una pianta e possono mostrare standard di affidabilità ambientale.