Fra le eccellenze tutte al verde della disponibilità Auricchio entra di diritto anche il laurus nobilis, pianta appartenente alla famiglia delle Lauraceae, originaria dell’Asia Minore, ormai tassello irrinunciabile dell’enorme mosaico di colori e profumi della Macchia Mediterranea. Il laurus nobilis o alloro che dir si voglia, con il suo nome evocativo che deriva dal latino e vuol dire appunto “nobile”, cresce spontaneo in molte zone costiere del sud Italia, specie in Sicilia. Il primo utilizzo a cui viene associato automaticamente il laurus è senza dubbio quello culinario. Di fatto, è una prima di tutto una spezia. Ma, sempre di più la pianta è adoperata anche come pianta cespugliosa che può addirittura superare i dieci metri di altezza. Botanicamente è composta da fogliame di consistenza spessa, lanceolato, dai bordi ondulati e con ghiandole resinose che le conferiscono l’aroma per cui è ormai nota. Il tronco invece, ha una corteccia liscia di colore scuro e rami fitti e sottili. All’inizio della primavera produce infiorescenze a cui seguono bacche di colore scuro nei mesi autunnali.

La pianta ha un’ottima adattabilità alle più diverse condizioni climatiche. Può essere coltivata sia all’interno che all’esterno, in piena terra e in vaso. L’importante è concederle temperature di coltivazione piuttosto miti. L’esposizione potrà essere soleggiata o di semi ombra. Le irrigazioni potranno essere sporadiche, da effettuarsi quando il terreno risulterà troppo asciutto. Si può somministrare dalla primavera all’estate, un concime specifico, liquido, ogni quindici giorni, da diluire nell’acqua di irrigazione. Il substrato ideale deve essere ben drenato.

Sinonimo di nobiltà sin dall’epoca romana, i rami della pianta di laurus venivano intrecciati per cingere i capi degli imperatori. Nel Medioevo poi la corona è passata di diritto a poeti e letterati, avvicinandosi sempre di più al moderno conferimento della “laurea”.