Può sembrare una pianta molto impegnativa, date le dimensioni e l’importanza del fiore. Tuttavia, con un po’ di pazienza, cure e un’ottima collocazione, la strelitzia può diventare davvero una pianta auto-coltivante.
Le origini.
Nota anche come uccello del Paradiso, la Strelitzia, in questo caso la Augusta si differenzia per la produzione del classico fiore nei toni freddi e originali del bianco e del blu. Originaria del Sudafrica, la pianta appartiene alla famiglia delle Strelitziaceae. Molto curiosa l’origine botanica del nome che si deve alla passione per le piante della regina Carlotta di Meclemburgo-Strelitz d’Inghilterra.
Caratteristiche e coltivazione.
La Strelitzia Augusta è caratterizzata da portamento eretto. Le foglie si presentano nella loro forma, molto simili a quelle della musa. Mentre i fiori, che rendono la pianta così affascinante e protagonista in giardino, ricordano il becco di alcuni uccelli e sono costituiti da una spata da cui spunta il fiore. Questi sono molto persistenti. La strelitzia richiede temperature di coltivazione alte e un’ottima esposizione soleggiata. In inverno è necessario riporla all’interno nei mesi più freddi. Le irrigazioni non dovranno essere eccessive, dal momento che la pianta soffre per i marciumi. Sarà buona norma pulire di volta in volta le foglie. Si può concimare dall’autunno fino alla primavera inoltrata con un prodotto liquido da diluire una volta al mese nell’acqua di irrigazione. Richiede un substrato ben drenato.